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Vini istriani

Oggidì i vini istriani, e perciò anche quelli del comprensorio di Funtana, sono un valido motivo di vanto per gli istriani. Le varietà d’uva bianche rappresentano il 70% delle varietà presenti nei vigneti istriani.

Tra queste, quasi il 90% è rappresentato dalla Malvasia bianca istriana.

Ci sono poi il Pinot bianco e grigio, il Sauvignon ed il Chardonnay, e tra i neri il Teran, il Borgogna, il Merlot, il Refosco ed il Cabernet, oltre al Hrvatica rosé.

Tra i vini da dessert, sono noti la Malvasia dolce ed il Moscato (rosso e bianco), e recentemente c’è una sempre maggiore scelta di ottimi vini frizzanti delle zona.

Il Teran è considerato una varietà autoctona dell’Istria, e se ne raccomanda l’utilizzo in tutti i vigneti istriani.

Il Moscato rosa è una varietà autoctona del Parentino, un tempo molto diffusa in Istria e dalla quale veniva prodotto un vino da dessert molto pregiato e noto. Per via della scarsa fertilità, i viticoltori ne hanno completamente abbandonata la coltivazione. Negli ultimi anni c’è una crescente diffusione di questa varietà.

Il Hrvatica rosso è probabilmente una varietà endemica istriana. Ce lo dicono numerose analisi comparative con altre simili varietà, sicché non si tratta della stessa varietà che in Italia viene detta Croattina. Seppur inserita tra le varietà più raccomandate nelle zone vitivinicole dell’Istria e del litorale Adriatico, è poco diffusa tra i sortimenti presenti sul territorio. È ideale per la produzione di vini rosati (rosé).

Ogni buon vino istriano può abbinarsi ad un’altrettanto buona pietanza nostrana:

  • il formaggio pecorino si sposa ottimamente con il Cabernet
  • il pinot contempla al meglio il gusto della grancevola e dei fusi con i tartufi
  • il sugo di gallina, la minestra istriana ed il pesce ai ferri si abbinano al meglio con la Malvasia istriana
  • alla gallina sotto la campana ed al brodetto è consigliabile accostare il Borgogna
  • il Merlot accompagna al meglio la lombata di maiale ai ferri e la lepre con gli gnocchi
  • con il prosciutto crudo istriano e le salsicce è di rigore sorseggiare il Terano,
  • con i dolci – frittole, crostoli, zuccherancici, povetizza, pandispagna, strudel, pinza – gustatevi il Moscato dolce di Momiano.

Ed ora permetteteci, come vostro oste, di suggerirvi la seguente sequenza di portate: come antipasto, il prosciutto istriano ed il formaggio caprino, la minestra istriana con il granoturco novello (bobici), e come secondo i fusi con l’aggiunta di un po’ di crauti cotti in acqua oppure gnocchi con sugo, ed infine l’omelette (palačinke) immerso nel zabaione.

Se il menu è a base di pesce, proponiamo le seguenti portate; alcune ostriche per incominciare, molluschi alla buzara, orata o branzino sulla griglia ed alcuni scampi ai ferri.

Per quanto concerne i vini, li abbiamo già citati tutti, tranne una raccomandazione: provate la zuppa istriana.

Buon appetito!

La grappa istriana

La grappa istriana è una bevanda ad alto tasso alcolico che si ottiene dalla distillazione delle vinacce già pigiate, avanzate dalla produzione del vino. Durante la distillazione, nell’alambicco a bagnomaria vengono aggiunte diverse erbe aromatiche, tra cui bacche di ginepro, rosmarino, ruta, assenzio, melo cotogno e altro. La più nota tra queste è la grappa alla ruta.

Cenni storici istriani

La cultura della vite e del vino è presente in Istria già dall’antichità.

La vite probabilmente proviene dalla zona che passa tra il Mar Nero e quello Caspio. È da lì che la vita si diffuse un po’ dappertutto. In Grecia, la coltivazione della vite fu praticata già 1500 anni avanti Cristo; la cultura della vite e del vino, dalla Grecia giunse prima in Italia, per arrivare poi, intorno ai 500 anni avanti Cristo, fino alle sponde dell’Adriatico orientale.

Le testimonianze più antiche di coltivazione della vite e di produzione del vino sul territorio della Croazia, si trovano in Istria. La conferma di tale affermazione va ricercata nella valle dell’Arsa, dove si trova la baia Kalavojna, il cui nome deriva dal greco ‘’Kala” e ”Oenos”, che significa ”Buon vino”.

A portare la vite nella valle dell’Arsa è stato il popolo dei Fenici. Essi hanno tramandato la cultura della vite agli Histri (o Istri), tribù illirica che ha vissuto sul suolo istriano, e dalla quale l’Istria appunto trae il proprio nome. I Romani, che hanno conquistato l’Istria tra il 179–178 avanti Cristo, hanno trovato un alto livello di viticoltura e della produzione del vino.

Sul territorio istriano troviamo numerosi siti archeologici nei quali furono trovate incisioni in pietra raffiguranti la vite, resti di torchi, presse, contenitori per il vino…

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